Si incontra a volte nell’immaginario collettivo l’idea che i carboidrati siano nemici della linea: basta sfogliare qualche rivista divulgativa per imbattersi spesso nella “dieta miracolosa”. Nella pratica ambulatoriale ci si confronta assai frequentemente con persone che provano a perdere peso con soluzioni fai-da-te: quasi sempre basate su uno scarico drastico di carboidrati dalla propria tavola. Allo stesso modo, in alcuni ambienti resiste la convinzione che un introito proteico molto (e spesso troppo) elevato possa portare beneficio allo sviluppo del tono muscolare.

Siccome ogni informazione va letta e interpretata in modo critico, i falsi miti andrebbero sfatati con forza. Nel contesto di un regime alimentare bilanciato e sano, i carboidrati sono una parte integrante della dieta di tutti i giorni – ove per dieta si intende un tipo di stile di vita teso al benessere e al rispetto dei bisogni del proprio corpo.
Ricordiamo che i carboidrati rappresentano una tipologia indispensabile di nutrienti, nello specifico in quanto macronutrienti assieme a proteine e lipidi, ed essi vanno inseriti quotidianamente nella dieta in una quota corretta. Sono fondamentali per il metabolismo energetico, andando a costituire una scorta di glicogeno a livello epatico e muscolare, così come per il buon umore, essendo alla base della produzione di neurotrasmettitori cerebrali. Andrebbe privilegiata la loro assunzione tramite il consumo di cereali integrali e verdura di stagione, con una quota minore di frutta, mentre andrebbe limitata se non evitata la presenza nel piatto di cibi industriali e zuccheri e farine fortemente raffinati.

I rischi psicologici e biologici

Eliminare più o meno drasticamente dalla dieta una larga quota di carboidrati permette a volte il raggiungimento di un risultato inizialmente “facile e veloce” sul controllo del peso: ciò tuttavia crea una speranza in gran parte illusoria sull’efficacia di questa impostazione alimentare. Il nome attribuito dagli addetti ai lavori a questo processo è “sindrome della falsa speranza”. Esso può attuarsi in caso di qualsiasi programma drastico di dieta che possa garantire in un primissimo periodo risultati immediati, significativi, facili e senza fatica, seppur transitori, in particolare sulla perdita di peso.
Una dieta di questo genere risulta inevitabilmente squilibrata nella maggior parte dei casi e i suoi risultati non perdurano nel tempo: tuttavia, la facilità e la velocità di un risultato temporaneo può innescare la sua ricerca ripetitiva, con potenziali e continui tentativi ed insuccessi. Tutto ciò nonostante i possibili effetti negativi che possono derivare dall’eliminazione impropria dei carboidrati dalla dieta, come cefalea, stitichezza e vari altri, oltre alla perdita di massa muscolare conseguente a perdite e recuperi ripetuti di peso (con il cosiddetto andamento yo-yo).

Ciò che si dimostra invece benefico nel lungo periodo, sia per il controllo salutare del peso che per il benessere generale, è l’impostazione di un’alimentazione equilibrata e facente parte di uno stile di vita fondato su abitudini complessivamente sane. La dieta mediterranea si conferma ad oggi il regime alimentare più corretto, peraltro benefico anche per la salute del nostro pianeta. 
La costanza e mantenimento di un’alimentazione sana nel lungo termine e senza scadenze, a partire dai piccolissimi e per tutte le fasi della vita, è ciò che davvero aiuta la nostra salute e che fa parte integrante del concetto di “prevenzione primaria” per proteggerci dallo sviluppo di malattie – oltre che entrare nel merito anche della “prevenzione secondaria”, in cui si ricerca un controllo ottimale di una patologia già sviluppata.

Un importante studio pubblicato su Lancet Public Health, rivista di prestigio per il mondo medico, ha valutato l’effetto delle diete povere di carboidrati a livello di mortalità per tutte le cause. Una restrizione eccessiva di carboidrati nella dieta si è rivelata associata ad un aumento della mortalità e anche di morte prematura.
Anche un consumo eccessivo di carboidrati ha evidenziato esiti simili ed è stato invece evidenziata come benefica una quota di carboidrati nell’alimentazione quotidiana in una percentuale di circa il 55% dell’apporto energetico complessivo (come consiglia proprio la dieta mediterranea).
Infine, anche la tipologia di alimenti scelti si è rivelata importante: l’eccesso di grassi e proteine animali a scapito dei carboidrati sembra essere dannoso, al contrario delle fonti di origine vegetale. É stato evidenziato poi ancora una volta il già noto beneficio derivante dal consumo di frutta secca a guscio, legumi e farine integrali.

La composizione della dieta, in conclusione, ha un impatto importantissimo e per nulla trascurabile non solo sulla qualità di vita ma anche sull’aspettativa di vita e rappresenta uno strumento imprescindibile di prevenzione primaria.
É bene quindi bilanciare la dieta senza estremismi, senza cercare “risultati miracolosi” e dando ampio rilievo alla tipologia e qualità nutrizionale degli alimenti che si scelgono, non solo al loro contenuto calorico.
Andrebbe sempre associato alla corretta alimentazione anche un livello adeguato di esercizio fisico. Queste raccomandazioni riguardano ogni età della vita con le dovute personalizzazioni, dalla prima infanzia alla senilità più avanzata.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

·       Denke, M. A. (2001). Metabolic effects of high-protein, low-carbohydrate diets. Am J Cardiol, 88(1), 59-61. doi:10.1016/s0002-9149(01)01586-7

·       Polivy, J. (2001). The false hope syndrome: unrealistic expectations of self-change. International Journal of Obesity and Related Metabolic Disorders, 25 Suppl 1, S80-84. doi:10.1038/sj.ijo.0801705

·       Seidelmann SB, Claggett B, Cheng S, Henglin M, Shah A, Steffen LM, Folsom AR, Rimm EB, Willett WC, Solomon SD (2018). Dietary carbohydrate intake and mortality: a prospective cohort study and meta-analysis. Lancet Public Health. 

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