- Beatrice Andreoli
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L’obesità grave, in quanto patologia cronica complessa, necessita di un percorso terapeutico continuativo, professionale, a sua volta complesso e soprattutto “senza scadenze”.
Esiste purtroppo in modo diffuso un pregiudizio, chiamato più precisamente stigma, nei confronti della persona con obesità: esso non comprende e non conosce la natura patologica cronica della condizione e di conseguenza attribuisce alla persona con obesità caratteristiche come colpevolezza e mancanza di autocontrollo. Esiste invece la necessità di una maggiore sensibilizzazione educativa della popolazione e dell’ambiente sanitario su questi temi.
Un percorso complesso e continuativo
Il percorso terapeutico per la persona con obesità grave, che si può avvalere di terapia nutrizionale con o senza associazione a strategie farmacologiche e/o chirurgiche, va inteso come complesso e continuativo. A nulla possono valere strategie “alternative”, “miracolose”, “rapide” o “senza fatica”, se non a peggiorare potenzialmente la condizione o addirittura a generare attribuzioni falsate nell’interpretare non correttamente il presunto risultato di questi tentativi.
La gestione dell’obesità grave è da considerarsi invece di ambito medico e va riservato a professionisti qualificati nella materia, data la sua complessità.
Il percorso terapeutico per la gestione dell’obesità grave si potrebbe paragonare ad una casa che va costruita da zero, a partire da un terreno completamente spoglio. Il nuovo edificio metaforicamente rappresenta il nuovo stile-di-vita, nel contesto di un intervento terapeutico comportamentale e cognitivo, capace di accompagnare la persona in modo dolce e condiviso verso la correzione delle abitudini legate a temi nutrizionali e generali.
Per il raggiungimento degli obiettivi risulta prioritario un accordo condiviso con il clinico, all’interno di una relazione terapeutica paritaria, non paternalistica, non prescrittiva. Al contrario, è consigliabile un rispetto dei reciproci ruoli e un rinforzo del ruolo attivo primario della persona che si mette in gioco in prima persona in questo cambiamento profondo, per responsabilizzarsi nelle proprie scelte e nella loro conferma e condivisione nel tempo, come primo attore nel processo di gestione salutare del peso.
La metafora della nuova casa
LE FONDAMENTA: possiamo paragonare l’intervento educativo iniziale da fornirsi all’assistito/a come le fondamenta del nuovo edificio. Senza una buona e solida base conoscitiva sulla condizione di obesità grave e sulle strategie per poter gestire in modo salutare questa condizione patologica cronica, qualsiasi tentativo di terapia rischierebbe di creare una casa di paglia, destinata a volare via alla prima (quanto inevitabile) difficoltà. In questo primo passo, va compresa anche l’importanza di porsi ad affrontare il cambiamento in modo attivo e non passivo, mettendo in discussione in modo costruttivo e non critico alcune abitudini instaurate nel tempo, spesso complesse e con risvolti complessi culturali, personali e familiari, al fine di rinnovarle trasformandole in opportunità terapeutica. Con la stessa importanza, è corretto comprendere senza dubbi residui la natura patologica cronica della condizione, poggiata su una forte predisposizione genetica, a cui consegue una necessità di gestione terapeutica a sua volta “cronica” e non limitata ad un periodo di tempo circoscritto nel quale risolvere il problema per poi “non pensarci più”.
I MURI: dopo aver ricevuto tutte le informazioni necessarie alla gestione della condizione, è possibile innalzare i muri portanti del nuovo edificio. Questi rappresentano le strategie di gestione delle abitudini, con la comprensione interiorizzata e calata nel proprio vissuto delle linee guida per un’alimentazione sana e bilanciata. Questa sarà momentaneamente ridotta nelle sue quantità, in modo salutare e non drastico, per portare ad un calo di peso stabilito, controllato e benefico.
LE SOLETTE: in una casa è necessario poter disporre di pavimenti su cui camminare. Nella metaforica costruzione di una terapia per l’obesità grave, è possibile consolidare nelle prime settimane di terapia nutrizionale la costruzione di questi pavimenti grezzi, su cui si inizierà a camminare e quindi ad orientarsi con crescente libertà ed azione. Serve imparare a fare scelte alimentari salutari e variegate, a bilanciare con autonomia sempre maggiore un menù capace di portare ad un controllo salutare del peso – ma non “dietetico” nel senso di forzatamente restrittivo, bensì inserendo tutti i cibi a nostra disposizione con una frequenza corretta come ci insegna la piramide alimentare mediterranea. Sulla tavola potranno essere presenti profumi, colori e sapori in modo stagionale e leggero, per dimagrire con gusto e non con la sensazione di vivere una dieta punitiva, senza compromettere allo stesso tempo le relazioni sociali e la convivialità.
IL TETTO: con l’avanzare del percorso terapeutico è possibile giungere alla costruzione del tetto. Nel contesto di questa grande metafora, le difficoltà e i passi indietro inevitabilmente presenti durante un percorso lungo e continuativo possono essere raffigurati come eventi atmosferici impervi. In un primo periodo, durante l’iniziale costruzione dell’edificio, pioggia, neve, vento o grandine possono creare difficoltà e disagio nel percorso, senza un riparo adeguato a fornire protezione. Con la progressione dei risultati e il consolidarsi delle strategie terapeutiche, si può riuscire però ad arrivare al tetto, quando queste stesse strategie saranno rinforzate sufficientemente da poter gestire in modo corretto eventi negativi e difficoltà che si presentino a far traballare il cambiamento. Senza un’adeguata difesa, questi avvenimenti potrebbero portare indietro: ad una ripresa di vecchie abitudini, al recupero del peso o altro, distruggendo parti della nuova casa appena costruite ma ancora fragili. Ogni passo indietro tuttavia può trasformarsi in una grandiosa opportunità terapeutica, se correttamente analizzato: non come sconfitta, colpa o inefficacia del percorso, ma come focalizzazione di fragilità (magari mai riconosciute prima) che possono così essere comprese e adeguatamente rinforzate.
LE FINESTRE: strutturato l’edificio in modo quasi completo, sarà ora di terminare la sua struttura generale. Le finestre sono una fonte di luce essenziale, ciò che permette di gioire dei raggi del sole – e di poter rimanere al riparo quando la pioggia batte sui vetri. Rappresentano metaforicamente il consolidarsi conclusivo delle strategie di perdita e mantenimento salutare del peso, all’interno di un cammino che guarda ad una prospettiva a lungo termine da impostarsi come “nuova casa”, come nuova costruzione in cui traslocare definitivamente e in cui far risiedere le proprie nuove abitudini.
COLORI, DECORI, ARREDAMENTO, GIARDINO: nel contesto di una terapia cronica per la gestione salutare del peso nell’obesità, dopo un periodo di perdita di peso è consigliabile mantenere poi a lungo il peso perduto tempo. Il periodo di mantenimento del peso può essere paragonato alla nuova vita nella nuova e metaforica abitazione, in cui, dopo aver costruito con solidità la parte strutturale, ci si potrà mettere sempre più a proprio agio e creare finiture, decorazioni, arredi sempre più complessi e personalizzati. La nuova casa rappresenta così il complesso delle nuove abitudini, il nuovo stile-di-vita, che è necessario “abitare” al fine di poter continuare a giovarsi dei benefici del cambiamento. Gli abbellimenti, l’ordine, la pulizia rappresentano l’attenzione sempre presente, fattore chiave da mantenere attivo per poter evitare la ricaduta e con essa il recupero del peso perso. Non esisterà una “fine” della terapia, in quanto l’attenzione non potrà essere mai completamente abbandonata vista la natura cronica e metabolica della condizione e pena il rischio reale di ricadute anche gravi: tuttavia, nel contesto di un cambiamento duraturo e salutare, sarà possibile scoprire nuovi stimoli e benefici.
LA MANUTENZIONE: come tutti sappiamo, un’abitazione lasciata a se stessa è destinata a rovinarsi, deperire, sfasciarsi. Nel percorso di vita impostato in modo attivo e consapevole per la gestione del peso sopraggiungeranno certamente difficoltà e “tentazioni” – rappresentate in questa immagine teorica da condizioni ambientali ostili. Una casa correttamente costruita e con una manutenzione adeguata potrà resistere alle intemperie e gioire dei giorni di sole, ma le stesse intemperie potranno logorare una struttura, soprattutto se sottile, o perfino scoperchiare un tetto mal costruito. Certamente dopo un disastro sarà possibile una ricostruzione, ma questa si rivelerà certamente più impegnativa rispetto ad una “manutenzione ordinaria”.
Tutti sappiamo quanto sia faticoso e stressante un trasloco, immaginiamoci poi di dover issare un’intera casa con le nostre forze. Quando si affronta un percorso terapeutico di gestione salutare del peso per un problema di obesità, è necessario un accompagnamento professionale con comprensione ed empatia lungo un percorso di una durata congrua, tale da permettere la creazione di un “edificio” consolidato, da saper poi mantenere e conservare al meglio. Sarà allora possibile giovarsi del miglioramento salutare complessivo che la “nuova casa” – ergo la “nuova vita” – potrà aver apportato.
Non va nascosto che il percorso non è affatto facile né scontato, tantomeno veloce e definitivo, ma anzi richiede un impegno quotidiano e costantemente attivo, sempre in movimento perfezionandosi passo dopo passo. Quando ci saranno difficoltà – assimilabili ad una bufera che può far cadere parte dei muri appena costruiti – esse potranno essere trasformate in opportunità per ricreare delle pareti ancora più solide, imparando dall’esperienza.
L’impegno va comunque mantenuto giorno dopo giorno, con una pianificazione dell’andamento dei lavori di costruzione, e quindi dei passi terapeutici, da rispettare con costanza.
Se le difficoltà non sono affrontate, oppure se il cambiamento, raffigurato come la costruzione della nuova casa, non sarà completato ma abbandonato precocemente, la persona non potrà mai giungere realmente ad “abitare” nel nuovo edificio. Scontenta e insoddisfatta nel rimanere in un rudere incompleto, magari delusa dal non aver ottenuto in fretta ciò che sperava, inevitabilmente se ne andrà, tornando alla vecchia abitazione – al vecchio stile-di-vita, al recupero del peso e alla possibile, talora inevitabile, evoluzione peggiorativa della malattia.
Quando invece la nuova casa è ultimata, compito essenziale nella “nuova vita” sarà quello di personalizzare la residenza e quindi portare la propria quotidianità, interessi, affetti e relazioni al suo interno, nonché quello di provvedere ad una costante manutenzione. Una casa non curata sarà destinata a deteriorarsi, oltre a rivelarsi inevitabilmente spiacevole da abitare. Se in un momento iniziale potrà reggere alle intemperie, prima o poi il tetto sarà danneggiato, qualche parte strutturale cadrà e il tutto tornerà inabitabile: leggendo in chiave metaforica il parallelo con la terapia cronica per l’obesità grave, se l’attenzione al mantenimento di quanto appreso ed impostato andrà sfumando e scomparirà (gradualmente o improvvisamente), o se i passi raggiunti con successo non saranno adeguatamente consolidati (con quelle migliorie generali che rendono una casa piacevole da viversi), la ricaduta sarà potenzialmente pronta a colpire.
Per permettere il completamento positivo di un percorso tanto complesso risultano fondamentali almeno due fattori:
- la disponibilità della persona che affronta la terapia ad impegnarsi quotidianamente in un processo di cambiamento, che senza la sufficiente attenzione non potrà avvenire, perché sarebbe come pretendere di costruire una intera casa in pochi giorni e senza fatica,
- la capacità del terapeuta di accogliere, comprendere ed accompagnare, senza porre giudizi e fornendo gli strumenti chiari e necessari al percorso di gestione salutare del peso, senza i quali pretenderemmo di costruire un’intera casa a mani nude e senza gli essenziali attrezzi del mestiere, dal martello alla gru – quindi dal più semplice, ma mai banale, al più complesso.
In conclusione, la terapia di controllo salutare del peso per l’obesità grave rappresenta un percorso complesso, specialistico, senza scadenze. Va fornita dal terapeuta un’educazione di fondo adeguata (“le fondamenta”) per far comprendere la natura patologica cronica della condizione e va combattuto lo stigma nei confronti dell’obesità. Si procede nel contesto di un percorso di “costruzione della nuova casa” – e quindi di strutturazione della terapia – fornendo i corretti strumenti del mestiere e sostenendo l’acquisizione crescente di autonomia, con consapevolezza e chiarezza di intenti.
Una volta raggiunto il risultato completo, che va ben riconosciuto ed accettato allontanandosi da idealizzazioni miracolose e non realizzabili, il lavoro non è finito: esso andrà a cambiare. Da costruttori si diventa manutentori, per una conservazione salutare e positiva dei benefici raggiunti, possibilmente con un perfezionamento progressivo delle strategie a disposizione. Il tutto a sostegno della propria salute e qualità di vita complessiva, con un’attenzione che non andrà a diminuire, ma diverrà anzi parte integrante e fondante della “nuova vita” nella “nuova casa”.