- Beatrice Andreoli
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La stagione estiva è uno dei momenti dell’anno nel quale le persone che soffrono di disturbi alimentari possono trovarsi in maggiore difficoltà.
Durante la stagione calda è infatti solitamente usuale indossare abiti leggeri che espongono varie parti del corpo: soltanto le braccia in caso di magliette a manica corta, oppure quasi l’intero corpo in caso di costumi in spiaggia o in piscina.
Esporre il corpo è però spesso molto difficile per chi vive un disturbo dell’alimentazione. Esiste infatti a livello psicopatologico una cosiddetta “eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo” che porta la persona a valutare se stessa prioritariamente – e a volte unicamente – sulla base della forma fisica. Può svilupparsi un tipico desiderio di magrezza fino alla magrezza estrema, nella quale tuttavia resta la sensazione di essere grassi.
È molto frequente che le persone con disturbi alimentari indossino abiti sformati, lunghi e coprenti, magari di colore scuro, anche con il caldo. Allo stesso modo è frequente l’evitamento di luoghi comuni in cui le persone mostrano il proprio corpo, come piscine, spiagge o palestre.
Che cosa fare
È importante in questi casi strutturare un percorso di supporto psicologico che possa aiutare a superare tali difficoltà, andando ad affrontare con i giusti modi e tempi queste paure, che altrimenti se non gestite possono diventare sempre più importanti.
Se durante l’estate qualcosa peggiora, la cosa importante è non drammatizzare la scivolata: è possibile infatti a livello terapeutico trasformare i passi indietro in occasioni di rinnovate riflessione e consapevolezza, al fine di procedere successivamente con un percorso terapeutico ancora più solido.
È altrettanto importante poi, da parte delle persone esterne, non giudicare mai questi comportamenti e queste difficoltà, perché non si tratta né di “capricci” né di “richieste di attenzione”. I disturbi dell’alimentazione sono problemi di assoluta complessità e richiedono una presa in carico specialistica e multidisciplinare.