- Beatrice Andreoli
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Iniziamo questo nuovo anno con una lettura piacevole e densa riguardante la medicina di Santa Ildegarda di Bingen, monaca tedesca cristiana vissuta nel dodicesimo secolo, mistica e teologa, importante scrittrice e studiosa della musica, della medicina e della botanica del tempo, nominata Dottore della Chiesa nel 2012 da Papa Benedetto XVI.
Da poco è edito il testo dal titolo Ildegarda medico. Cura di sé, degli altri, della natura, scritto a sei mani da Fabio Dal Corobbo e Bruno e Francesco Brigo. Il primo autore è letterato, teologo e musicologo, mentre Bruno Brigo e Francesco Brigo sono medici – il primo specialista in medicina interna e fisiatria, il secondo in neurologia.
Una breve recensione del libro
Il testo si presenta capace di incuriosire il lettore e di fornire chiare ed essenziali informazioni riguardanti vita, opere e pensiero di Ildegarda, rendendosi accessibile anche a chi non conosce la Santa. Dopo una prima passeggiata attraverso una narrazione della sua vita, delle sue opere e del suo profilo generale di donna determinata e geniale e di medico ante litteram, l’interesse degli autori si sposta verso un approfondimento sintetico del suo pensiero.
Si tratta di un pensiero altamente complesso e in molti casi criptico, impossibile da riassumere esaustivamente in poche battute e che anzi necessita di interi anni di studio per poter essere giustamente approcciato.
Oggi questo pensiero si suddivide spesso in due rami – che tuttavia nell’intento e nella produzione della Santa non avevano distinzione reale, ossia una parte fondata su esperienze mistiche e di valore teologico ed una seconda riguardante un sapere naturalistico e contenuto in particolare nei noti trattati enciclopedici Physica e Causae et curae.
Pregio inconfutabile del testo in esame è quello di saper condurre come una guida sapiente attraverso i meandri di una produzione di pensiero e di contenuti altamente complessa, rendendola accessibile anche ai non esperti ed invitando implicitamente il discente a proseguirne un possibile successivo approfondimento.
La terza parte del libro affronta il tema della “cura di Ildegarda”. La Santa fonda il proprio studio sulla cosiddetta “medicina umorale” ippocratica, arricchendosi anche del sapere della Scuola Salernitana, ed amplia ed arricchisce lo studio della fitoterapia. Inserisce inoltre pratiche terapeutiche nuove ed innovative per il suo tempo, prendendosi cura dei numerosi pellegrini ospiti del convento di appartenenza.
Essa considera la salute come un equilibrio dinamico e in continua armonizzazione dell’uomo nella sua globalità con l’ambiente esterno, con cui trovarsi in “risonanza armonica”. Il fine ultimo di ogni sua cura, prevenzione o riabilitazione diventa poi di fatto la condizione di felicità di ogni essere umano [Cf. pag.133 del testo in esame].
I sei pilastri della medicina ildegardiana sono sinteticamente i seguenti: corretta alimentazione, utilizzo delle “forze curative” naturali (come fitoterapia, gemmoterapia, idroterapia), corretto ritmo sonno-veglia, armonia equilibrata tra lavoro e tempo libero, rimozione delle “impurità” dal corpo ed impiego delle “forze curative spirituali” (con digiuno, preghiera e meditazione).
Il testo propone poi al lettore una carrellata riguardante i consigli alimentari di Ildegarda, molti dei quali ancora fortemente attuali e consigliati dalla dietologia contemporanea.
Passiamo quindi a focalizzare questo tema, non senza ricordare che il testo in esame si pregia di proporre anche riflessioni introduttive riguardanti i danni della “dieta occidentale” e le condizioni di anoressia e di obesità.
Per quanto riguarda Ildegarda, essa consiglia ad esempio di privilegiare la scelta di alimenti di produzione locale e stagionale e di porre attenzione alla sana convivialità nello svolgimento dei pasti (tutto consigliato anche oggi dalla Dieta Mediterranea), di masticare correttamente, di bere sufficientemente nella giornata e di cenare ad un orario non troppo tardo. Si tratta di consigli apparentemente banali ma nella realtà basilari, i quali si rivelano tanto benefici quando messi in pratica con attenta e quotidiana continuità.
Segue dunque nel testo un affondo maggiormente mirato su alcuni cibi che specificamente la Santa considera benefici o nocivi, arricchito da alcune brevi citazioni originali.
Il libro offre infine un accompagnamento verso la conoscenza introduttiva della produzione ildegardiana riguardante piante medicinali, pietre e cristalli, meditazione e preghiera, concludendo con un piccolo ed essenziale prontuario fitoterapeutico.
Possiamo quindi comprendere come la figura di Santa Ildegarda sia ancora fonte di ammirazione, mistero e studio, sia in ambiente cattolico che extra-cattolico. Il suo contributo allo sviluppo di varie materie e conoscenze rappresenta un tesoro prezioso e di fatto «la sua autorevolezza supera decisamente i confini di un’epoca e di una società e il suo pensiero si manifesta di perenne attualità» [Benedetto XVI, Cf. Introduzione del testo in esame].